Il cerchio
(2007 - 2024)
Dal 2007, dopo tanti anni di Est, Ponzio inizia di nuovo a viaggiare verso Ovest. Questo ritorno rappresenta per il fotografo la chiusura di un cerchio ideale che, iniziato trent’anni prima sul mare del Nord, proseguito attraverso i paesi dell’Est ed il Caucaso, si congiunge definitivamente nell’Europa occidentale del terzo millennio. L’essere umano occidentale rimane al centro dell’ attenzione del fotografo ma, a differenza dell’uomo dell’Est, non è più protagonista, ma diventa parte del paesaggio. Prigioniero di quello che ha creato, l’uomo dell’Ovest diventa ombra fuggente o assenza. Bernard Houliat scrive: “Accecato dalla sua apparente riuscita, l’uomo dell’Ovest ha dimenticato la sua origine. Ha dimenticato, per sua fortuna, la sete, la fame, la separazione, il freddo, i massacri, l’esilio, la guerra. Ma, l’uomo dell’Ovest, ha saputo creare altre barbarie, altre violenze, altre fughe, altre chimere. Rifiuta l’irrazionale, ha orrore del vuoto, del tempo perduto, del non quantificabile”.